E’ ormai da qualche anno che i negozi bio indipendenti diminuiscono di numero e, salvo rare eccezioni, hanno sempre più difficoltà a tirare avanti. Le ragioni sono dovute a una pluralità di fattori che sono, almeno in parte, comuni. Negli anni scorsi il fattore comune più importante è stato il successo stesso del biologico che ha fatto scendere più decisamente in campo nuovi e potenti attori: non solo la GDO e le nuove realtà dello e-commerce ma anche NaturaSì (peraltro anch’essa in difficoltà) che ha fagocitato molte delle realtà indipendenti.
I negozi bio indipendenti che sono meglio riusciti affrontare la nuova situazione sono stati quelli che hanno saputo trovare formule commerciali capaci di differenziarli rispetto a questa più agguerrita concorrenza per, quantomeno, fidelizzare la propria clientela. In questo quadro già difficile la pandemia, la guerra e le sue conseguenze economiche, hanno costituito una miscela esplosiva che, se in un primo tempo può aver portato ad alcuni dei benefici, adesso fa emergere con più forza il tema dei prezzi mettendo in luce vecchie e nuove criticità.
A questo punto non è detto che le forme di differenziazione seguite da più parti possano costituire da sole una condotta vincente. Urge un confronto e una riflessione sulle strategie fin qui adottate ma rimane pur sempre decisivo, com’era fin dalle origini, il rapporto con i produttori. Ed è proprio qui che c’è una grossa novità che forse può aiutare i negozi bio indipendenti a ritrovare un ruolo importante non solo per la propria sopravvivenza.
Negli ultimi tempi abbiamo assistito alla crescita di forme più avanzate di produzione nel campo del biologico. Tutte sono già oltre oltre la certificazione bio standard e hanno il problema di far riconoscere il valore dei loro prodotti anche grazie a una distribuzione appropriata.
Assistiamo alla nascita di nuove definizioni produttive (vino naturale, carne grass fed….), di nuovi marchi/standard (Biodiversitas, Latte fieno, Ifoam - Biodiversity friends…), di nuovi modi di concepire i rapporti di filiera (Rete humus, Retebio,...). Tutte queste esperienze per svilupparsi hanno bisogno di una diffusione adeguata e di una promozione appropriata rispetto a una utenza che potrebbe risultare disorientata da tutte queste nuove caratterizzazioni, a cui peraltro si sono aggiunte definizioni furbesche come “residuo zero”, “Km. Zero”, eccetera.
E’ una tendenza che pone al centro dell’impegno produttivo la riduzione dell’impatto ambientale come elemento caratterizzante. E questo è forse il tema più importante su cui è possibile costruire un rapporto con le nuove generazioni, ancora piuttosto disinteressate al tema del cibo anche quando impegnate sulle questioni climatiche.
Se a tutto ciò aggiungiamo il fatto che molti piccoli produttori, che lavorano bene e fanno agricoltura di prossimità, abbandonano o rinunciano alla certificazione bio, si capisce come il BIO-ECO possa diventare una importante opportunità per chi voglia muoversi in una logica di servizio competente al cliente e di sostegno alle esperienze agro-ecologiche più avanzate.
Promotori dell’iniziativa: Antonio Tesini (Retebio); Bruno Sebastianelli (La terra e il cielo); Giuseppe Canale (storiedelbio
PARTECIPAZIONE
Per ragionare di tali questioni siete invitati a partecipare all’incontro che si svolgerà domenica 14 maggio dalle ore 10.00 alle 16.00
presso Retebio: Strada del Taglio 9 (ingresso Mercato Ortofrutticolo)
In apertura sono previsti alcuni interventi tra cui quello di Roberto Pinton (che rappresenta il settore trasformazione e distribuzione nel board di IFOAM Organics Europe). Seguirà discussione in plenaria.
Nell’intervallo di pranzo (13.30 -14.30) sarà offerto un Buffet freddo
Nel pomeriggio, non oltre le 16.00, si cercherà di focalizzare e definire meglio le linee d’azione emerse nella discussione del mattino
Siete pregati di comunicare la vostra presenza all’incontro entro il 10 maggio
A coloro che si iscriveranno in tempo utile saranno inviati eventuali contributi scritti o altra documentazione preparatoria
Si cercherà di rendere possibile, su richiesta, la partecipazione a distanza
Per le adesioni o per ulteriori informazioni e richieste scrivere a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. o telefonare a Paolo Vincenzi 333.980 8754
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