Vignola (MO)
L’azienda è quella della mamma ed era quasi tutta coltivata a mele. La zona è molto vocata. Poi, agli inizi degli anni 90, crolla il prezzo delle mele e siamo costretti a cambiare la produzione passando ad un frutteto misto.
Siamo vicini al fiume Panaro ed il terreno è di tipo alluvionale: sabbio-limoso con poca argilla e sotto la ghiaia che permette un ottimo drenaggio. La zona è molto vocata per la frutta e la coltivazione biologica.
La decisione di passare al bio è legata ad un aneddoto: stavo facendo un trattamento con l’olio giallo e si ruppe la pompa irroratrice che sporcò la tuta che indossavo. Andai subito sotto la doccia ed il mio cane lecco l’acqua sporca di questo olio. Purtroppo morì.
Sono molto legato a tutti gli ambienti del Bio: sono stato Presidente Aiab Emilia Romagna nel 2000 e nel Consiglio Nazionale. Mi interesso anche di Biodinamica e Omeodinamica che prevede l’utilizzo di preparati a base di erbe.
Il biologico in Italia è diventato “grande” soprattutto dal punto di vista del mercato e questo è comunque un buon risultato in termini di salubrità ma dal punto di vista della coltivazione c’è tantissimo da fare. Purtroppo la ricerca sul biologico è praticamente inesistente.
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