Casalmaggiore (CR)
Non sono qui per caso. Sono nato qui! È un luogo che ho sempre amato. Quando ero piccolo c’era un cavallo ed era “mio” da accudire. Il senso del lavoro è innato per chi nasce in campagna.
Da ragazzo appena tornavo da scuola mi mettevo a lavorare: riempivo le cassette di patate e mettevo sopra le più grosse. Ci vuole anche un po’ di "attitudine al commercio"!
Negli anni ’80 coltivavo patate, meloni e angurie e le portavo al mercato ortofrutticolo di Parma. All’inizio funzionava bene ma poi sono iniziati i problemi e per fortuna ho incontrato un commerciante di Borgotaro. Il signor Montelli, un galantuomo.
Erano gli anni ’90 e sono iniziate le gite di famiglia in Appennino. Io ed Edvige, mia moglie, li ricordiamo come gli anni spensierati in cui tutto andava bene. Dopo la raccolta si caricava tutto: prodotti, moglie, figli, cibo per il pic nic e si andava a consegnare a Borgotaro. I miei figli non se ne perdevano una di queste gite e ancora oggi le ricordiamo con gioia. Ma le cose cambiano, hanno un loro ciclo ed è finito anche quel periodo. È iniziato il periodo della Coop Primavera, della Farnia e del Bio. Fecondavo già con i bombi, senza ormoni e seguivo pratiche di coltivazione naturale. Ero già bio e non ho fatto fatica a diventarlo formalmente.
Nel mio lavoro sono metodico, prendo spunti che noto in natura e li metto in pratica per ottenere il meglio da ogni produzione e faticare di meno. Edvige non viene in serra quando faccio il diradamento dei pomodori cuore di bue. “E’ una strage!” dice lei. Ho verificato che in questo modo ottengo lo stesso risultato in termini di peso ma con una qualità decisamente superiore.
Per lavorare il terreno utilizzo la solarizzazione: un metodo naturale per sterilizzare il terreno liberandolo da malattie e parassiti sfruttando il calore del sole. In pratica preparo il terreno in giugno/luglio, lo irrigo e stendo il telo, poi chiudo la serra fino alla primavera. Ci vuole tempo e pazienza, in campagna funziona così.
© retebio 2019